LE VERITà SU MICHELANGELO
Documenti del Vasari e del Condivi a sostegno del luogo di nascita di Michelangelo Buonarroti a Chiusi della Verna
I primi biografi, innanzi tutti, Ascanio Condivi e Giorgio Vasari, riportano nei loro scritti, la nascita di Michelangelo.
Condivi scrisse la sua biografia, pubblicata nel 1553, in stretto contatto con l’artista all’epoca ancora vivente e sostenne che era nato in Casentino. In Casentino si badi bene, cioè nel bacino idrografico della valle dell’Arno e non in quello della valle del Tevere, dove invece è situato Caprese.
Vasari nella seconda edizione di Vite, pubblicata nel 1568 dopo aver fatto ulteriori accertamenti e più approfondite ricerche, arrivò a distinguere tra patria ideale e luogo di nascita reale di Michelangelo, specificando quindi:

“Nacque dunque un figliulo sotto fatale e felice stella nel Casentino, di onesta e nobile donna, l’anno 1474 a Ludovico di Lionardo Buonarroti discesco, secondo che si dice, dalla nobilissima et antichissima famiglia de’ conti di Canossa. Al quale Lodovico, essendo podestà quell’anno del castello di Chiusi e Caprese, vicino al Sasso della Verna, dove San Francesco ricevè le stimate, diocesi aretina, nacque dico un figliulo il sesto dì di marzo la domenica, intorno alle otto ore di notte, al quale pose nome Michelagnolo [….]
Nel valutare l’attendibilità della testimonianza vasariana, occorre considerare i rapporti che intercorrevano tra lo storico e l’artista, confidenziali e sempre più frequenti. Lo dice il Vasari stesso nella “Vita di Michelagnelo” stampata, dopo la morte di questi, nella seconda edizione delle “Vite” (1568), sostenedo che:
[….] tutto quel che si scrisse allora e che scriverà al presente è la verità, né so che nessuno l’abbi più praticato di me e che gli sia stato più amico e servitore fedele, come n’è testimonio fino chi nol sa; né credo che ci sia nessuno che possa mostrare maggior numero di lettere scritte da lui proprio, né con più affetto che egli ha fatto a me [….]
Queste lettere di cui ci sono pervenuti gli originali, autografati da Michelangelo, sono oggi conservate, con il resto dell’ Archivio della famiglia Vasari, ad Arezzo nella casa Museo omonima e testimoniano, in effetti, della particolare qualità dei rapporti, non solo tra Michelangelo e il Vasari, ma anche tra quest’ultimo e il nipote prediletto dell’artista, Leonardo.
Allora perché dopo qualche secolo Caprese si prende i “diritti di nascita” di Michelangelo? Sembra sia apparso misteriosamente un atto di nascita nell’archivio Buonarroti, considerato poi dagli studiosi un falso. Potete approfondire, con documenti alla mano, attraverso il libro sopra citato.
Buona lettura !

I Padri Francescani tramandano la natività di Michelangelo in questo luogo.
Alto importante studioso, specialista e appassionato di Michelangelo che afferma da anni che l’artista è nato in Casentino, è Andrea Manetti in “MICHELANGELO NASCE IN CASENTINO”. Come nel libro precedente, si riportano una serie di citazioni e documenti inconfutabili. Quelli del Vasari, del Condivi, di Benedetto Varchi, Raffaello Borghini, Giuseppe Scipione Mannucci, ed altri illustri.
Molto importante il riferimento a Salvatore Vitale, Padre francescano e dottore in legge Ha vissuto per 3 anni alla Verna ed è autore dell’ opera “Monte Serafico”.
Dopo aver parlato del Conte Orlando in Chiusi, aggiunge:
“Adesso è Podesteria il cui podestà rende ragione del civile, e manda ogni sabato il suo notaio a Montefatucchio per rendere la detta civil ragione. In detto castello di Chiusi nuovo nacque Michelangelo Buonarroti fiorentino, come si vede per quello, che di lui si scrive, e lo trovo così, che il padre venne per Podestà di Chiusi, e la consorte che era già gravida, quando venne da Firenze, partorì quivi: onde si puo’ ben dire, che fusse piuttosto Casentinese, per esser nato in detto luogo, che altrimenti.” Testimonianza a stampa del 1626.
Padre Francesco da Menabbio, nel 1636, ricorda l’importanza di un libretto che porta appunto conferma della natività di Michelangelo in questo luogo:
“Questo libretto è stato per quasi tre secoli la Guida storica e ufficiale del Santuario, che veniva ristampata ogni qualvolta ne era esautita l’edizione, con aggiunte, correzioni e modificazioni, e più volte fu modificato il titolo medesimo, a capriccio e volontà dell’editore e col sopprimere il nome del vero autore.” (Mecherini1914, p.506 [29] – Alla prima edizione del 1636 ne seguono altre 14)
Quindi anche i Frati Francescani custodiscono le memorie della natività di Michelangelo Buonarroti.
LA ROCCIA DI ADAMO
I paesaggi di Michelangelo e la Roccia di Adamo


Generalmente Michelangelo non viene ritenuto un grande paesaggista. I suoi sfondi sono spogli e brulli e c’è poco interesse per il lato naturale e la veduta. Ciononostante recenti ricerche hanno individuato i probabili luoghi descritti dal Buonarroti.
I paesaggi del monte Penna sono gli stessi che si ritrovano nel “Tondo Doni” (Galleria degli Uffizi – Firenze) e “La Creazione di Adamo” (Cappella Sistina – Roma).
Nella “Creazione di Adamo” si riconoscono perfettamente il profilo del Santuario de La Verna e le rocce su cui poggia semi disteso Adamo. Esse hanno una precisione quasi fotografica con quelle reali, tanto che il contorno del corpo coincide esattamente con i massi presenti ancor oggi sul luogo. Non è un caso che in luogo è conosciuto come la Roccia di Adamo.
Il paesaggio della Creazione di Adamo, si trova vicino alla Podesteria di Chiusi della Verna. La scoperta degli scenari michelangioleschi è stata fatta nel 2004 dal Professore Simmaco Percario, uno studioso di Michelangelo, in collaborazione con un artista del luogo, Alessandro De Vivo.
La somiglianza tra il paesaggio reale e quello riprodotto da Michelangelo nella Cappella Sistina è talmente forte da lasciar pensare che l’Artista abbia realizzato l’affresco tenendo conto di un disegno o di uno schizzo preparatorio preso direttamente sul posto.
Approfondimento a cura di Simmaco Percario