MONUMENTI E LUOGHI D'INTERESSE

LA ROCCIA DI ADAMO

Generalmente Michelangelo non viene ritenuto un grande paesaggista. I suoi sfondi sono spogli e brulli e c’è poco interesse per il lato naturale e la veduta. Ciononostante recenti ricerche hanno individuato i probabili luoghi descritti dal Buonarroti.

I paesaggi del monte Penna sono gli stessi che si ritrovano nel Tondo Doni” (Galleria degli Uffizi – Firenze) e “La Creazione di Adamo” (Cappella Sistina – Roma).

Nella “Creazione di Adamo” si riconoscono perfettamente il profilo del Santuario de La Verna e le rocce su cui poggia semi disteso Adamo. Esse hanno una precisione quasi fotografica con quelle reali, tanto che il contorno del corpo coincide esattamente con i massi presenti ancor oggi sul luogo. Non è un caso che in luogo è conosciuto come la Roccia di Adamo.

Il paesaggio della Creazione di Adamo, si trova vicino alla Podesteria di Chiusi della Verna. La scoperta degli scenari michelangioleschi è stata fatta nel 2004 dal Professore Simmaco Percario, uno studioso di Michelangelo, in collaborazione con un artista del luogo, Alessandro De Vivo.

La somiglianza tra il paesaggio reale e quello riprodotto da Michelangelo nella Cappella Sistina è talmente forte da lasciar pensare che l’Artista abbia realizzato l’affresco tenendo conto di un disegno o di uno schizzo preparatorio preso direttamente sul posto.    

Approfondimento a cura di Simmaco Percario

IL CASTELLO

Dominano su Chiusi della Verna, le rovine dell’antico castello, risalente a prima degli anni 1000. Le prime notizie del castello si hanno nel 967 quando Chiusi, al centro del feudo costituito da questo territorio, fu confermato dall’ Imperatore Ottone I, sotto il dominio di Goffredo.

L’ANTICA STRUTTURA

La struttura, costruita in grossi blocchi di pietra chiara squadrata (diversa da quella scura usata per gli altri castelli del Casentino), aveva in origine vaste dimensioni. La forma era di una quadrilatero irregolare, necessario per adattarsi alla roccia, aveva una torre e il cassero nella parte più elevata. Le mura perimetrali e la porta di accesso sono ancora in buono stato di conservazione. L’ interno aveva un piano terreno adibito a magazzino e stalle, un piano superiore per la famiglia e gli altri abitanti.

 

LO SMANTELLAMENTO

Adesso possiamo solo immaginare la sua imponenza dato che è stato via via deturpato. 

Padre Alfonso Bucarelli in “la Parrocchia di Chiusi dell Verna”, testimonia lo smantellamento graduale di questo imponente castello già a partire dagli inizi del 1400.

Scrive Mariano da Firenze che Domenico Bartoli, nel 1486,  per fare il nuovo campanile della Verna, lo muro “Tucto dalle pietre arrechate da Chiusi del palazzo devotissimo del Conte Orlando”.

Nel 1628 Il Granduca concede alla Compagnia dei Benefattori di Firenze di servirsi dei sassi della rocca di Chiusi, per continuare la costruzione dell’ospizio delle donne della Beccia. 

Nel 1740 (la data è scolpita in una bozza in terz’ultima fila), il muro del lato sud Ovest della Chiesa di Santa Maria degli Angeli, fu rivestito sempre con pietre del castello. Segno dello scempio fatto sono le bozze sparse, circa una decina, in cui sono ancora ben visibili la linea della meridiana. Anche la cappellina e il muricciolo del vecchio cimitero di Chiusi hanno contribuito allo smantellamento. Gli stessi abitanti usavano le pietre per nuove costruzioni. Per concludersi, l’ultimo atto di una certa entità, è stato quello di usare le pietre per la costruzione del nuovo cimitero , realizzato nel 1898/99.

CHIESA DI SAN MICHELE ARCANGELO

San Michele Arcangelo (1348) edificata per volere della Contessa Giovanna Tarlati.

All’esterno la chiesa è rivestita di pietre squadrate e all’interno si presenta parte riportare al disegno originale e parte modificata. Questa chiesa era un piccolo gioiello ma nel corso del tempo alcuni interventi fatti hanno rovinato l’originaria bellezza. Nel 1800 fu ricostruita la Cappella della Madonna del rosario. L’ ingresso fu spostato ricoprendo il grande e antico portone. Nel 1960 Fu eretto un nuovo campanile al posto del precedente, ormai pericolante e contemporaneamente la chiesa divenne ampliata.  

LA MADONNINA DEL CASTELLO

L’artista Antonio De Vivo, quando nacque il figlio Alessandro, volle lasciare una testimonianza della sua gioia di padre costruendo una grotta e scolpendo una Madonna raffigurante il volto della moglie. Questa sua opera è divenuta un luogo di preghiera per migliaia di persone ed è diventata un simbolo di Chiusi della Verna. E’ situata inoltre in una posizione che permette di ammirare un magnifico paesaggio.

Nella Chiesa di San Michele, dietro l’altare, si trova un’altra importante opera di Antonio de Vivo, un dipinto raffigurante il Santo.

FONTANA DEL CAMPARI

A Chiusi della Verna si può ancora ammirare una delle fontane ancora in piedi volute dalla Campari agli inizi degli anni trenta. 

Sono rimaste solo tre in Italia e sono le fontane realizzate dallo scultore Giuseppe Gronchi negli anni ’30. Erano in tutto 12 quelle commissionate dalla ditta Campari come esempio di pubblicità stradale e sono considerati monumenti nazionali. La prima ad essere installata fu questa di Chiusi della Verna. 

Le fontane furono installate in diverse piazze ed oltre a fornire un servizio utile per i cittadini, rappresentarono un esempio di marketing all’avanguardia per quegli anni.

Ad ottobre del 2018 è rinato il monumento che fu commissionato dalla Campari. E’ stato possibile restaurarlo grazie a sette donne che da due anni si sono impegnate nel raccogliere i fondi necessari con tombole, mercatini e pesche di beneficenza.

“Siamo veramente orgogliose del traguardo – commentano le protagoniste della storia – è un sogno nato in un pomeriggio invernale di due anni fa quando tra un the e una fetta di torta ci venne l’idea che allora sembrava irraggiungibile. Adesso vediamo la realizzazione di tutti i nostri sforzi. Ringraziamo soprattutto i nostri compaesani e non solo per l’attiva risposta ai nostri eventi di raccolta fondi, che ci ha permesso di arrivare al traguardo. Crediamo che questa fontana sia un valore aggiunto che non doveva essere perduto per il nostro paese conosciuto in tutto il mondo per la sua vicinanza al santuario francescano e la collocazione nel Parco Nazionale delle foreste casentinesi”

IL BOSCO DELLE FATE

Luogo incantato dai mille volti che mutano secondo lo sguardo di chi li osserva. La magia che lo avvolge, lascia un segno indelebile nel cuore di chi può vedere.

E anche il Serpente della famosa leggenda si è mostrato. La storia vuole che il sentiero dell’Anello Basso che circonda il Monte della Verna sia stato creato da questa creatura, unendo la sua coda con la testa.

Altri spiriti si affacciano sulle rocce, sono ovunque, basta saperli aspettare.